lunedì 16 marzo 2015

SPREADING DISAGIO FROM 1987.




Stavo galleggiando in uno di quei pomeriggi uggiosi attraenti quanto una colica renale dopo il pranzo di Pasqua.
All'improvviso, senza un apparente motivo razionale, sono caduta in un buco nero che mi ha portato a ritroso nel tempo, catapultando la mia mente su eventi a cui posso collegare una sola parola.

DISAGIO.


Io direi che da un punto di vista matematico, considerando una media ponderata mondiale, passiamo il 60% della nostra vita terrena in situazioni di disagio, arrecateci da altri o da noi create.

Però il disagio è bello, perchè è democratico.
Esso ci accumuna tutti, indistintamente.
Il disagio è giusto e corretto, come tutte le leggi dovrebbero essere.

Vorrei dunque proporre un'attività didattica molto poco costruttiva.

Condividerò con voi brevemente 8 momenti di disagio della mia amena esistenza.
E se mi vorrete bene, dividerete con me e col mondo i vostri  momenti di disagio.
E questo perchè - ci tengo a ricordarvelo - In disagio we are not alone. 
Ma soprattutto "mal comune, mezzo gaudio".

1. IL LIQUORE STREGA.
In un giorno di inizio estate, la maestra Ida, di origine campana, decide di portare a scuola una bottiglia di liquore Strega (grado alcolico 40%).
E decide spontaneamente di farlo bere alla classe II A.
Un cucchiaione di liquore strega a testa, a 20 bambini di 7 anni.

Dopo quel giorno, un'altra maestra diede le dimissioni e lasciò alla classe una lettera dove ci disse che non gli mancavamo affatto.
C'è pigliato furia 'bbè.

2. THE FALL.
Seconda media, ore 13.05. L'ora di punta.
Esco fuori dall'atrio della scuola insieme a orde di altri ragazzini puzzolenti.
Attraverso la strada, mi inciampo con i lacci delle scarpe.
Cado come una quercia secolare sulle strisce pedonali; un cristo che manco cristo se lo ricorda.
Le macchine che mi strombazzano perchè rantolo como una tartaruga arenata sul guscio, tutti i minolli della scuola che mi indicano e ridono.
Ovviamente pure le amiche mie.
Semplice, adolescenziale ma molto traumatico.

3. ESSERE UN NIDO D'AMORE.
12 anni, campo Scout.
Per motivi di causa superiore, devi dormire nella tenda di un altro gruppo.
Il destino vuole che vicino a te c'è una delle ragazze più grandi.
Che limona duro con un tipo del gruppo.
Esattamente SOPRA di te. Che fai finta di dormire, per pudore.
Ti svegli, sempre nel sacco a pelo ma fuori dalla tenda; la faccia, la bocca e le mutande piene di foglie.
Probabilmente non sono rimasta incinta perchè ancora non avevo le mestruazioni.
Meno male che avevo già iniziato a leggere Cioè da un paio di anni.

4. JUMANJI
Stesso campo Scout.
Per i bisogni, in certi frangenti, ci sarebbe la latrina appositamente creata dai capi scout.
Solo che la latrina puzza un bel pò di latrina, e l'odore si sente a 3 km di distanza.
Decidi che sei scout abbastanza per fare i tuoi bisogni in mezzo ai cespugli.
Sarebbe stato tutto molto bello e intenso se non fosse che, mentre fai la pipì, all'improvviso una mandria di cavalli ti assale al galoppo e tu scappi come farebbe un pinguino in coma, perchè nel frattempo stai cercando contemporaneamente di tirarti su i pantaloni.
Rientri trionfamente nel campeggio scout urlando come il bambino di "Mamma ho perso l'aereo", con i cavalli che continuano a rincorrerti.

5. L'INGLESE AL TEMPO DEI PIDOCCHI
Prima esperienza all'estero in Irlanda, con i compagni di scuola.
Un giorno scoprimmo di aver preso i pidocchi.
Ai tempi il mio inglese era ai livelli di "De chet is on de tebol", ma mi presi comunque la briga di informare dell'accaduto la madre ospitante.
Orgogliosa dei miei sforzi, pensavo di averle detto "Non sappiamo come sia successo, però fondamentalmente i pidocchi si possono prendere ovunque, in qualsiasi momento, in situazioni di luoghi affollati".
La signora, con mi agrande sorpresa, divenne di vari colori e si fiondò al telefono.
Urlava, non la capivo.
Ma a na certa sti cazzi.
A distanza di mesi venni a sapere che le avevo detto "Sò pigghiat li piduocchie a casa tuò perchè qua è tutt zuzz, shhhhchifosa".

6.  PIKACHU 2.0
Giappone 2010.
Nell'università che frequentavo c'è una grande sala dove ci si può fermare a chiacchierare, studiare o fare i compiti durante le pause.
Congiunture (o congiure) astrali vollero il concomitarsi di due circostanze.
Io: italiana con le mestruazioni che deve studiare pesantemente per un esame;
Lei: una giapponese infoiata che la sbatte in faccia ad un americano.
Dopo più o meno 5648 "uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah", "uiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii", urli e schiamazzi in giapponese, io sbotto.
Divento Supersayan di IV livello.
E urlo:
"OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHEPORCALAPUTTANA EBBBBBASTA UN PO', STO CAZZODEPOKEMONDEMMERDAAAH!!!"
Tutta la sala si gira a fissarmi. Il silenzio che scende insorabile.
Stending ovation da parte del mio tavolo.
La giapponese, sull'orlo di una crisi di pianto, si siede e non fiata più.
Ho fatto la figura dell'occidentale belligerante. Ma in verità in verità vi dico che l'esame l'ho passato.

7. ESSERE [SOPRA] UN NIDO D'AMORE
Spagna 2011.
Sentendomi un pò tour operator, decisi di prendermi la responsabilità di prenotare gli alberghi per un tour in Spagna.
A Sevilla, e lo dico con grande orgoglio, ho inconsapevolmente prenotato una stanza in un Love hotel.
Una stanza per 3 senza bagno, ma con la doccia in camera. Tra i letti.
Le valigie non entravano in camera.
Già c'era disagio nell'aria, soprattutto nella doccia.
1.30 di notte, sonno profondo.
Vengo svegliata da una coppia che stava facendo cosacce animatamente. E vabbè.
Si fa l'1.45.
Le 2.
Le 2.30, e quei marsupiali che ancora gli riddavano.
A na certa smadonni.
Mi alzo, con scatto di felino brillo mi fiondo sul letto della mia amica - precisamente sopra la mia amica - ed inizio ad urlare dalla finestra.
"EPORCOMOSENEVA, MO' CE VENG EH! LA FENETRA SE SERRA!! (????)"
Tutto l'hotel percula il mio spagnolo, pure i ricci in amore che si sguaiavano dalle risate.
Incazzata come una fina continuo ad urlare.
Mia sorella fa finta di non essere lì; la mia amica, ormai svegliata, grazie a dio si unisce ai miei cori.
ROCCCCCO, ROCCCCCO, ROCCCCCO!! L'hotel ci appoggia.
Si addormentarono finalmente alle 4 della mattina.
Il giorno dopo mandiamo a fanculo la Spagna e torniamo a casa, lasciando le mie mutande in aeroporto perchè sennò Giada non si poteva riportare il Narghilè.

8.ALLAH AKBAR: ALLAH E' GRANDE E QUINDI FA ANCHE MOLTO RUMORE
Istanbul, 2012.
Stai dormendo in hotel dopo un'estenuante giornata di turismo.
Nel bel mezzo della fase rem, vieni svegliata da delle urla.
Ti viene na paralisi, la tachicardia, le urla si ripetono e diventano più forti e chiare.
Inizi a menare al tuo ragazzo, lui continua a dormire.
Comincia la crisi di nervi, temi per la tua vita.
E siccome Valerio non si sveglia, temi che le voci le senti solo tu.
E ti senti un attimino come Nicole Kidman in the Others.
E quindi ipotizzi di essere già morta.
"OOOOOOOOOOOH MA VALE' CAZZO LA GUERRIGLIA URBANA E TU STAI A DORMì! LA RIVOLUZIONE!! LA PRIMAVERA ARABA OOOOOH! MA TI SVEGLI, CHE IO NON VOGLIO MORì IN TURCHIA!"
Risposta " Ohamòmavvaffanculo quanto sei ignorante, sono le preghiere dei minareti!"
......Io vorrei vedè a voi svegliati alle 5 del mattino a suon di Allah Akbar.

Spargete il disagio, spargete il verbo.

E condividitelo, vi accetteremo in questo poco esclusivo club di Amore&Disagio.

Gloria

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