venerdì 24 febbraio 2012

ESSERE CAMERIERA: L'ARTE DEL COSTRUIRE UN SORRISO PER NASCONDERE UNA SERIE DI MINI IMPLOSIONI INTERNE DI PORTATA BELLICA






"Carini e coccolosi", diceva il pinguino-spia del film Madagascar. "Salutate e sorridete, carini e coccolosi".

E' il mantra che mi ripeto continuamente ogni sabato, durante le sei ore che trascorro come cameriera nel ristorante/pizzeria dove lavoro da tre mesi a questa parte.
Già durante i mesi estivi avevo prestato un vago aiuto in un'altra trattoria e pensavo che un minimo di esperienza l'avessi maturata.
E INVECE NO.
Dopo essere stata assunta a dicembre da quest'altro locale, mi sono resa conto di quanto sia complicato ed insidioso essere una cameriera.

Ordunque.
Le certezze della mia parentesi settimanale da cameriera sono le seguenti:

1. NON SONO CAPACE DI PORTARE IL VASSOIO DELLE BEVANDE CON UNA SOLA MANO.

Allora.....partiamo dal presupposto che io mi sento irrimediabilmente una cretina, quando lavoro. Non che io normalmente non lo sia, ma questa mia sensazione è ingigantita esponenzialmente e resa ancora più manifesta subito dopo essermi messa il fantastico grembiulino da lavoro.
Questa mia indiscutibile caratteristica viene fuori soprattutto nel momento in cui devo portare i maledettissimi bicchieri dal bancone ai tavoli.
Ora....ci sono 4 camerieri in sala, ed io sono l'unica menomata che non riesce a trasportare un maledettissimo vassoio di bicchieri e bottiglie con una mano fino alla panca del cliente, frenare senza far accappottare tutto sulle persone, togliere il contenuto del vassoio uno ad uno ed appoggiarlo sul tavolo senza creare tsunami di birra e coca-cola e, con sospiro di sollievo, tornare indietro...senza far sbattere il vassoio in testa a qualcuno, perchè trasportata dalla foga del momento riuscito.

2. IL MIO CERVELLO NON RIESCE A MEMORIZZARE TROPPE COSE INSIEME (E QUESTO è COLLEGATO AL DISCORSO PRECEDENTEMENTE AFFRONTATO SULLA MEMORIA DEL MIO CERVELLO PIENA DI INFO INUTILI ASSIMILATE ALL'UNIVERSITà).

Prepara i cartoni delle pizze.
Pulisci le panche.
Pulisci i bagni.
Rispondi al telefono e prendi ordinazioni.

....e fino a qua ci sono, posso farcela. Ma dopo la prima ora e mezza di controllo celebrale.....
...IL DELIRIO. IL PANICO.

Porta il cibo al tavolo.
Con gli antipasti porta piattini, posate, eventualmente pane.
Con la carne porta diversi tipi di posate.
Portaci anche il pane, ma prima controlla se ce l'hanno già o se hanno già la pizza bianca.
Ricordati di tornare di là a prendere da bere al bancone.
Un cliente vuole condimenti.
Vai verso la cucina, ma ti accorgi che un tavolo è andato via.
Sparecchialo e cambia tovaglia.
...ti sei dimenticata del condimento chiesto prima dal tavolo.
Intanto ti rendi conto che sono uscite più o meno 8675mila pizze.
Siete in due a tagliare pizze, aumenta il pericolo di tagliarsi in qualsiasi punto del proprio corpo o di schiantarsi con gli altri camerieri.
....alcune pizze vanno riempite all'uscita....ti dimenticherai nomi delle pizze ei loro corrispettivi condimenti. Ti dimenticherai di tagliarle.
Oppure le taglierai, sbagliando, perchè ti sei messa a tagliare le pizze di un tavolo che aveva iniziato qualcun'altro che le aveva mandate ai clienti non tagliate.
E allora....bestemmiamo tutti insieme appassionatamente.
Sclerando, ti dicono di portare più pizze possibili fuori. Ti scopri equilibrista e giocoliera, porti tre pizze fuori e ti ustioni le braccia.
Esci con la bestemmia a fior di labbra, ma sarai sempre carina e coccolosa.
Un cliente ti chiede i dolci...tu glieli dici tutti e lui, puntualmente, chiede qualcosa che non gli hai elencato e che non sai nemmeno se esiste o se se l'è inventato sul momento.
Ti avvii di nuovo verso la cucina ma ti chiamano per portare bevande ad un tavolo.
Gliele porti, sempre molto elegantemente al limite dell'incristamento sul pavimento, e ti chiedono i caffè.
Vai a segnare i caffè per il tavolo....e ti dimentichi che dolce dovevi chiedere in cucina.
Contemporaneamente, pensierosa vaghi per il locale e sbatti contro gli altri camerieri.
....e anche con i clienti che occupano i corridoi dove passiamo per portare le cose. E tu gli fai cadere le pizze addosso.

....e qui mi fermo perchè lì inizio a smadonnare e vado a rinchiudermi in bagno per evitare di ruttare pesantemente ed acidamente in faccia ai commensali. Il mio cervello si sente stuprato ed inizia a sfanculare alla grande. BLACK OUT.

3. ESISTONO VARIE SIMPATICHE TIPOLOGIE DI CLIENTI CHE FREQUENTANO IL RISTORANTE.

A. LE ALLEGRE FAMIGLIOLE DELLA MULINO BIANCO;
Distinguiamo, a riguardo:

A1. le famiglie veramente adorabili che se ne stanno per fatti loro e riescono a tenere a bada i bambimi, graziosissimi e silenziosissimi anche loro;
A2. le famiglie a cui offrirei vari buoni omaggio per delle sessioni dallo psicoterapeuta di educazione all'infanzia così che magari, prima o poi, imparino a saccagnare i figli rompipalle di sculacciate e schiaffi sul muso, laddove questi maledetti nani inizino a correre per tutto il locale col rischio di farmi cadere o di venire infilzati (casualmente o meno, chi lo sa?) dalle posate che porto sui piatti;

B. I GRUPPI DAI 400 MEMBRI IN SU;
Vecchi o giovani che siano, li adoro. O sono troppo presi dai loro discorsi politici, sportivi, sociali, antropologici per cagarmi quando sparecchio, o sono troppo brilli per essere antipatici. Io vi adoro e vi stimo...almeno fino a che nn vi mettete tutti insieme pressati davanti alla cassa, ed io, che porto piatti bollenti, chiedo "Permesso" e non vengo ascoltata. Lì vorrei tanto farvi un tatuaggio a forma di pizza infuocata al salame piccante sul volto;

C. I CLIENTI ABITUALI:
Sanno chi sei. Chiamano al telefono, riconoscono la tua voce. Ti vedono nel momento in cui varcano la porta, e si illuminano di immenso. E sono stupendi, perchè sai dove vogliono sedersi, sai già cosa prendono e tu puoi organizzarti. Clienti abituali, voi mi aiutate nei momento di inglobamento di dati ed io vi amo;

D. I MALEDETTI ROMPICOGLIONI:
...un esempio inventato a caso, ma esplicativo:
"Si bè, vorrei la pizza ai quattro formaggi, senza gorgonzola, senza parmigiano, e senza mozzarella. Con cipolle, salame piccante e mascarpone, a parte però, non spalmato sulla pizza, è risaputo. Però magari al salame piccante toglietemi il pepe, che mi da un pò fastidio....ah, peperoncino a parte, grazie, direttamente dal Messico, sennò mi fa l'aria alla pancia e mi fa fare tremendi peti".
...quando mi chiederanno anche la chiappa di culo su letto di rucolae trionfo di patate, non mi stupirò.
Sono pronta psicologicamente.

E. LE PERSONE TANTO CARUCCETTE E SOLARI:
Fai ventimila errori, e loro sorridono. Gli fai la doccia alla coca-cola, e loro ti dicono "Dai tesoro, può succedere". Ti vedono in difficoltà con i bicchieri che porti, e ti danno una mano. E ti salutano pure quando se ne vanno. Voi siete la mia visione mistica della serata, siete come la madonna di Medjugorie e tutti i 3 segreti di Fatima insieme.

F. L'ASCOLI CAFONA RIPULITA
Si sentono i più fighi, si sentono superiori a te e te lo fanno capire apertamente.
Loro sono i clienti da servire e riverire, perchè sono rivestiti da capo a piedi e se vengono a mangiare in quel ristorante allora c'hanno i soldi, mentre tu sei il cameriere di merda che deve leccare la strada sulla quale camminano, manco ci crescessero fiori di ciliegio al retrogusto di semi di garofano al loro passaggio.
....ascolano tristerrimo....tu non sai niente di me. Non sai cosa ho fatto nella vita. E non importa cosa io abbia o non abbia fatto davvero, perchè parlo di un io generale....perciò tu, cafone rivestito che ti permetti di trattare la gente che lavora con tutta questa aria di sufficienza, tu sei la merda per eccellenza.
Io sto lavorando...è vero, tu mi paghi per un servizio, ma sono un essere umano, non uno schiavo.

Perciò guardami negli occhi quando parlo. Sorridimi. Rispondimi quando ti faccio delle domande. Levati dai coglioni e soprattutto chiedimi scusa quando mi fai cadere le cose dalle mani o quando non mi fai passare, invece di guardarmi dall'alto in basso come se fossi l'ultimo granello di polvere di questo mondo. Questo granello di polvere, quando incazzato, sputa come un lama peruviano, ed io farei attenzione...anche se in realtà il mio sputo sarebbe una benedizione per te, maledetto rutto della società;

4. A FINE SERATA HO DUE CHIAPPE D'ORO E DUE BICIPITI CHE QUALSIASI BODYBUILDER MI POTREBBE FARE UNA GAUDIOSISSIMA PIPPA.

Non ho mai avuto un muscoletto così caruccio sul braccio dai tempi in cui facevo l'Apollo in palestra, quando ero giovane.

5. LA CERTEZZA MASSIMA....NON PUOI RISPONDERE MALE. TU, CAMERIERE/A, HAI TROVATO IL NIRVANA E I CLIENTI HANNO SEMPRE RAGIONE.

Questa per me è veramente la difficoltà più grande.
Si sa che io non sia proprio un concentrato di tranquillità....e tendenzialmente, se una persona mi sta sulle palle o mi tratta anche solo lievemente in maniera sgarbata...io parto in quarta. Quindi non so se ritenere quelle ore di lavoro in maniera positiva ("Imparo a gestire le mie emozioni e a tenerle dentro") o negativa ("Se continuo a tenermi tutto dentro prima o poi lancio un bicchiere della Hoegaarden da mezzo litro in faccia a qualcuno....molto aggressivamente").
...grazie a dio, varcata la soglia della cucina, puoi anche bestemmiare contro tutto il rosario e contro qualsiasi religione.....gli altri ti capiranno e ti seguiranno nella lista di santi del paradiso.

Con tanto amore e molta poca pazienza,

Gloria

martedì 21 febbraio 2012

L'OCEANO DELLA SOFFERENZA






Non dico di aver vissuto così tanti anni e di aver accumulato così tante esperienze da poter dire di aver maturato una conoscenza tale del mondo e dell'uomo che mi permettano di parlare di grandi verità assolute, però ritengo di aver raggiunto un certo livello di consapevolezza sui perchè di alcune sofferenze umane.

Le persone soffrono.
E la sofferenza più ricorrente ed evidente è quella d'amore.
Accade che ti innamori di una persona...quella persona ti dà tanto, ti fa sognare, ti fa toccare il cielo con un dito. Ti nutri dell'amore che provi per l'altro, ti riempie e ti soddisfa.
Poi all'improvviso la storia finisce.
Qualcosa si rompe, e la relazione arriva alla sua conclusione.
Da qui si susseguono tutta una serie di fasi, diverse per durata, frequenza ed inizio da soggetto in soggetto.

La sofferenza VERA, fisiologica e spontanea, si manifesta solo laddove ci sia stato un reale coinvolgimento.
Premesso ciò, ad esempio, talvolta si può iniziare piangendo tutti i liquidi possibili che si hanno in corpo, passando poi ad una fase neo-vegetativa in cui non si trova dentro di sè nemmeno la forza di lacrimare; in altri casi, se sei una persona che ha bisogno di stimoli e novità, in un primo momento ti sentirai quasi rigenerata dalla nuova condizione di single senza catene, ma poi crollerai di fronte alla mancanza della persona che ormai era diventata parte del tuo mondo, della tua vita, di te stessa.

Ora, ho parlato di sofferenza VERA, in contrapposizione ad una ipotetica sofferenza COSTRUITA.
Da una parte abbiamo chi soffre realmente per quanto accaduto mentre.
Dall'altra abbiamo, invece, chi in realtà non prova questo grande dolore, bensì trasuda semplicemente molto pathos per qualcosa che non sente realmente: in questo caso, ovviamente, la natura della sofferenza è spesso manifesta, per esibizionismo, ma anche introversa, e qui parliamo di masochismo puro. Però, in fondo, io credo sia esibizionismo indiretto anche quello.

Ora, il punto al quale voglio arrivare è uno, specifico, ovvero:

MOLTE PERSONE GIUNGONO AD UN CERTO PUNTO IN CUI SANNO CHE STANNO SOFFRENDO E NON FANNO NIENTE PER CAMBIARLO.

E' paradossale: perchè dovrei soffrire se so perfettamente che è una emozione negativa? Perchè dovrei farmi coscientemente del male?
Perchè chiedersi IL PERCHè sia accaduto qualcosa? Non lo si saprà mai.
E anche se sapessi il perchè, cosa cambierebbe? E' comunque finita. Le persone tendono a sovra-analizzare il passato senza realizzare la situazione negativa presente: io credo che la consapevolezza del presente e di sè stessi aiuta a superare i momenti bui.

Alla domanda "Perchè continui a soffrire?" in molti risponderanno: "Non posso farci niente, non ce la faccio a stare meglio. Non posso non soffrire". Questo discorso è accettabile all'inizio...ma l'essere umano è una fantastica macchina di merda. Siamo perfetti in ogni singolo atomo del nostro corpo, tranne che nel nostro io.

Si parla tanto di istinto, ma l'uomo è tale perchè ha, in più dell'essere animale, LA RAZIONALITà.
Se arrivi al punto di rottura, in cui ti rendi conto che stai soffrendo ma non fai niente per evitarlo, allora VUOI SOFFRIRE. Sei razionale, sai perfettamente che stai soffrendo e che la sofferenza non è propriamente una bella cosa, per definizione.

Voglio dire....tutti sanno benissimo che prima o poi la sofferenza finirà: arriverà qualcun'altro, ti farà emozionare di nuovo ed innamorare, possibilmente.
Già solo sapendo questo, allora perchè ostinarci alla sofferenza?
Perchè da certi punti di vista siamo immancabilmente degli irrimediabili egoisti ed egocentrici attori su di un palcoscenico implicito che è la vita.

E' SOFFERENZA-TAINEMENT: la maggior parte della gente soffre volutamente per essere al centro dell'attenzione.
In fin dei conti è anche comprensibile: eravamo l'altro lato della mela di qualcuno, pensavamo di essere il centro di gravità permanente di un altro essere umano, così ora, nella nuova situazione, vogliamo essere qualcosa per qualcuno, e gli altri sono qualcosa per noi. Vogliamo essere nella mente degli altri, così che ci diano appoggio ed attenzione, e vogliamo che gli altri ci siano per noi, per bisogno di un pubblico.

In secondo luogo, contemporaneamente, il binomio fra sofferenza vera e costruita si annulla di fronte al concetto di COMODITà DELLA SOFFERENZA.
E' fin troppo facile soffrire. Il difficile è riprendere volutamente in mano la situazione, riprendere in mano la propria vita e vivere sereni. Ci si perde nell'oceano di questa sofferenza, senza un reale interesse nel ritrovare una rotta per la felicità: troppo difficile, troppa fatica.
Come se il male venisse completamente da fuori...in realtà il dolore è quasi tutto nel cervello.

La felicità è così bella...e non è nemmeno tanto difficile da raggiungere. Non bisogna fare grandi gesti: semplicemente, è necessario AMARSI.

Naturalmente tutto queste conclusioni a cui sono giunta derivano dall'analisi di comportamenti altrui, ma anche miei.

Gloria


venerdì 17 febbraio 2012

ESSERE STUDENTESSA DA 6 ANNI ED AVER FINALMENTE IMPARATO A PARLARE.




Mi introduco a voi nella stessa maniera in cui apro tutte le e-mail che mando ai professori per supplicare materiale/ chiedere disperatamente una tesi/ domandare informazioni che dovrebbero fornire già simpaticamente di loro spontanea volontà/ Sclerare (sempre in maniera molto diplomatica):
"Salve, mi chiamo Gloria Di Domizio e frequento il corso magistrale in "Promozione dell'Italia all'Estero" presso l'Università per Stranieri di Perugia."

Matricola nel 2006 --> Crollo psicologico da studio in formato Essere Umano  nel 2012.
Come si suol dire da me, SCTENG A TIRà LI PRET. Ossia, in italiano: Sono arrivata al limite sopportabile e la mia psiche ne risente significativamente.

CARO STUDENTE UNIVERSITARIO,
partiamo dal presupposto che tutte queste infomazioni che hai accumulato negli anni riempiono la memoria RAM del tuo cervello e non riuscirai più ad inglobare i dati che provengo dal mondo extra-universitario.
Ti troverai, dunque, ad annaspare in discorsi del tipo "...e quindi cccioè nièente, in fondo questo te lo avevo detto qualche giorno fa, ti ricordi no?? Non sto qui a ripetertelo..."; tu, in compenso, avrai in volto uno sguardo neutro, un perfetto connubio tra il coma cerebrale e il criceto che gira nella ruota senza un preciso perchè, e dentro di te riesci a visualizzare solo immagini random senza filo logico, come la sigla di True Blood:


In secondo luogo....le informazioni che hai inglobato dentro di te e che non fanno altro che occupare impunemente spazio nel tuo cerebro, valgono,  nel 90% dei casi, quanto un vestito di pailettes e strass su pizzo san gallo ed organza, ovviamente Made in China, da mettere nel giorno del tuo matrimonio.

Di tutto ciò che io ho visto e studiato in questi 6 anni all'Università per Stranieri di Perugia, ho capito che:

- probabilmente assumono il personale dell'Università ponendo particolarmente accento su "Vi vogliamo perugini, espressamente grezzi come il breccione del Tevere, con gravi lacune a riguardo della sensibilità sociale e civile";

- le 5649mila LINGUISTICHE che mi hanno fiatato sul collo per tutto il tempo potevano essere inglobate in un'unica meravigliosa MACROLINGUISTICA, priva di ripetizioni ma soprattutto di dolori interiori e mentali per la sottoscritta,  pari al devasto di una colica renale;

- se inizi a studiare le lingue straniere solo ed esclusivamente all'università, tanto vale che vai direttamente al Cepu. Stai andando incontro al buio assoluto nella selva oscura. Incontrerai Dante e Virgilio marci come le merde a ingurgitare i peggio di shortini del centrale. Iscriviti al progetto Erasmus e dai una svolta alla tua vita;
 
-  consiglio --> ti sentirai più sicuro se mentre sei ad un esame pensi "Il professore è un essere umano come me. Va al bagno, si gratta le chiappe, ha i pori pieni di sebo e l'acido lattico come me";

- i docenti delle materie "minori" tendono ad essere i peggiori dal punto di vista relazionale. Cercano una maggiore credibilità attraverso aberranti torture psicologiche verso il povero studente malcapitato;

- nel caso in cui a fare lo stronzo sia un professore di materie "importanti", sappi che in quel caso il soggetto è un represso. Ha studiato per diventare qualcuno, ma ha fallito. Dunque, per campare si è ritrovato a fare il professore, controvoglia. E tende a non nasconderlo;

- se ti trovi davanti un professore altrettanto stronzo che, però, non rientra nei due casi precedentemente descritti, allora è una donna. Ed è in menopausa. O in periodo mestruale. Ma soprattutto non scopa;

- dopo circa 3 anni, i compagni di corso con i quali non hai mai legato e di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza, ti rivolgeranno improvvisamente parola.
I primi dieci minuti non capirai perchè, sorriderai confuso ed intimorito.
Poi, l'illuminazione: vogliono i tuoi appunti.
Sappi che nel caso in cui glieli presterai, non sei una brava persona, bensì un cretino. Non li rivedrai più, anche perchè nel frattempo li avranno anche prestati a metà corso;

- Tu sei abituato ad anni di studio disperato e borderline, vai agli esami dopo giorni di amara clausura monacale caratterizzati da un discutibile stile Scozzese misto a Maori Intellettuale (l'intellettualità sarebbe data dall'occhiale che comunque tu usi semplicemente perchè sei ciecato), accompagnato dallo stesso equilibrio mentale di De Gaulle negli anni 60.
Invece, se arrivi alla specialistica, [per lo meno, qui parlo dell'esperienza specifica nel mio corso], iprovvisamente noti con poco piacere che il tuo sacrificio è stato inutile già; ormai ti danno voti alti solo per la fiducia.
A quel punto si avvia quel magnifico processo di passaggio mistico dal distruzione interiore ed esteriore alla totale rinascita fisica e psicologica. 
Precisamente QUI avviene il miracoloso paradosso che tu, studente universitario senza arte nè parte, non ti saresti mai aspettato.
Non studi. Vai agli esami impreparaissimo, basandoti sulla filosofia "O la va o la spacca". Ma il tuo cervello si è allenato in questi anni, e tu non te ne sei accorto. Il tuo cervello ha maturato la capacità di riempire le lacune di conoscenza con una finissima capacità di eloquenza terminologica, puntualmente priva di significato.
Detto tra noi, studente disperato, NON SAI MA SAI PARLARE; non sai niente della materia, se non due nozioni in croce, e su quelle ci costruisci TUTTO l'esame.
Arrivato a questo punto, caro studente, ti informo con piacere che sei ufficiosamente laureato in:

MAGNILOQUENZA VUOTA: L'ARTE DEL TURPILOQUIARE SUL NULLA USANDO TERMINI AULICI A CASO

Ma a parte ciò, l'esperienza dello studente fuori porta è uno spartiacque verso la maturità vera e proprio, se la si sa vivere in maniera costruttiva. O più semplicemente, se la si sa vivere. E' una bolla nella quale sarai bombardato di nuove situazioni e nuove esperienze di vita, dalla quale si uscirà più forti, più pronti, più ricettivi.

Nel frattempo, una chicca che non rispolveravo da tempo, in onore delle mie care coinquiline in quel di Via del Favarone (PG), Catalini's dom:


SEE YOU LATER, ALLIGATOR :)

Gloria

mercoledì 15 febbraio 2012

STEP 2 - INDIVIDUARE UN INDIRIZZO TEMATICO A QUESTO BLOG.

Sto cercando di capire se la scelta di NON dare una tema, un argomento specifico di fondo al blog, possa essere considerata una scelta di comodo o una scelta intelligente.
In fondo perchè limitarmi? Perchè tapparmi le ali e chiudere le mille possibilità espressive che la lingua mi offre all'interno di confini argomentativi?
Eppure domani ho un esame di linguistica. Dovrei aver imparato che è bene definire un tema, le informazioni che possono riguardarlo (Inventio), organizzarle in maniera adeguata nel testo (Definitio) e strutturarle in base a scelte stilistiche (Elocutio) --> mi pare abbastanza chiaro che io abbia colto l'occasione, oltre che per ragionare su quanto sto scrivendo, anche per ripassare per l'esame del giorno che sta per arrivare :)
Però...più studio linguistica, più mi rendo conto che la lingua non può seguire regole. Joyce non seguiva nessuna regola...scriveva riproducendo nella maniera più possibilmente verosimile il suo costante flusso di pensieri, che saltava costantemente ed improvvisamente di pali in frasca.
Ma come qualsiasi cosa...quando si imparano le regole, allora lì si potranno infrangere.
Sono sei anni che tra alti e bassi studio linguistiche di vario genere....linguistica generale, linguistica italiana I, linguistica italiana II, sociolinguistica....ci ho anche scritto la tesi triennale sulla sociolinguistica, tema "I Forestierismi nella lingua giapponese". Sicuramente non sarò una esimia professoressa in materia, ma le conoscenze di base le ho.
Tutto questo ragionamento per concludere una ed una sola cosa: IL MIO ARGOMENTO SARà INFINITO ED IN EVOLUZIONE. Come la lingua. Che deriva dalla cultura, in costante evoluzione anch'essa.

Gloria

martedì 14 febbraio 2012

STEP 1 - SVALICARE L'IMPERVIO CONFINE CHE DIVIDE LA SOTTOSCRITTA DAL MISTERIOSO MONDO DELLA TECNOLOGIA ODIERNA

Ok. Ci sto dentro. Ora c'è solo da capire li meccanismo di questo angolo di villaggio globale.
Non che questo sia il mio primo blog, ma l'ultima volta che ne ho avviato uno ancora andavo alle scuole superiori e, conoscendo i tempi di obsolescenza dell'informatica e di tutto ciò che gli gira intorno, sento di essere rimasta inesorabilmente indietro.
Sono rimasta ai medievali tempi del blog di MSN.
Tra l'altro, devo aggiungere che in realtà non ho niente di specifico da dire, almeno per ora. E non so se questo è un pregio o un difetto, nel momento in cui si debba scrivere qualcosa.
Ma forse è questa la differenza: io NON DEVO scrivere nulla. Mi cimento semplicemente nel intrattenere ed eventualmente divertire con le mie parole chiunque possa e voglia incappare in questo mondo a parte.

Ora....lasciatemi solo un pò di tempo per studiare e svelare gli arcani del funzionamento di un blog contemporaneo, dopodichè The world is mine.

xoxo Gossip Curl (come mi suggerì una mia amica dalla fervida immaginazione verbale)
...o più semplicemente, baci a tutti.

Gloria