domenica 8 marzo 2015

ESSERE DONNA 364 GIORNI ALL'ANNO + 1.




Io non sono femminista.
Ma alla fine nemmeno molto maschilista.
Diciamo che, in generale, non sono per queste estremizzazioni di genere e di pensiero.

Quello che comunque mi incuriosisce, ad esempio, è che sia necessario uno specifico giorno sul calendario per festeggiare la donna.
Come, ad esempio, mi affascina il bisogno di dimostrare l'orgoglio dei propri sentimenti attraverso il gay pride.
Ugualmente mi fa pensare il fatto che ci sia un determinato giorno dell'anno, il 14 febbraio, per celebrare l'amore.

A voi non sembrano delle forzature?

Prendiamo come esempio l'otto marzo.

Cosa vuol dire essere donna? Molteplici cose.
Essere donna porta con sè croci e mieli.
Essere donna vuol dire saper sopportare il dolore fisico, per forza di cose.
Vuol dire essere in balia dell'umore, dell'ormone e della mestruazione.
Vuol dire vivere il diritto di essere fragile.
La donna è romanticismo e calore.
La donna è un rifugio primordiale.
La donna è morbidezza, ospitalità, coinvolgimento.
La donna rappresenta il bisogno di accudire, di sentirsi necessaria e di aiuto.
Vivere da donna vuol dire arrabbiarsi perchè ci si sente incomprese, urlare e screpitare contro il mondo, sclerare perchè la tavoletta del bagno deve stare abbassata, non alzata.

Una visione di superficie si fermerebbe qui.
Ma non dovrebbe.

La donna è la ragazza madre che si sveglia ogni mattina alle quattro e mezza per andare a lavoro e mantenere da sola il proprio figlio.
La donna è nella ragazza che rispetta sè stessa e non indossa vestiti inguinali o scollature da capogiro, perchè sa che la femminilità passa indissolubilmente attraverso l'eleganza ed il cervello.
La donna è l'imprenditrice che mette su un'attività col cuore, e la porta avanti con i denti e le unghie.
La donna è anche colei che, in una società possibilmente non coatta, liberamente ed autonomamente decide che il suo credo è quello islamico ed altrattanto liberamente si copre col velo.
Io non condivido la religione, ma appoggerò fino alla fine la libertà di ognuno di professare il proprio credo.
Sono libera di esprimere la mia opinione contraria, ma combatterò per fare in modo che la libertà religiosa non trovi ostacoli di alcun genere.
C'è una vera donna, laddove il velo sia una libera scelta e non un'imposizione.
La donna è la ricercatrice scientifica, l'ingegnere, la matematica, la cuoca, linsegnante, la commessa, l'infermiera, la dottoressa, l'impiegata, la ballerina, la giornalista e così via.

La donna è, alla fine dei conti, un essere umano.
Esattamente come l'uomo.

Ed è triste che esista un giorno preciso il cui scopo è decantare le donne.

Essere donna è parte della nostra vita, perchè dovremmo festeggiarlo?
Dal mio punto di vista, l'otto marzo crea l'effetto contrario di ciò che vuole celebrare; si svilisce la nostra credibilità, crolla qualsiasi concetto di parità.
Come le Femen che si spogliano per difendere i diritti della donna.
La mente è l'arma più forte di cui possiamo disporre per arrivare ad un obiettivo concreto, non di certo un paio di tette all'aria.

Tutto questo teatrino della festa della donna è evidentemente più un contentino concettuale sui generi, una spintarella al commercio, una scusa di libera uscita per le casalinghe disperate e sgallettate.

La donna non va festeggiata nè nell'arco di tutto l'anno, nè in una giornata specifica.

Essere donna è qualcosa che prescindere da tutto ciò, che va vissuto, serenamente. Punto e basta.
Se sei bionda o mora, lo festeggi?
Se hai gli occhi azzurri?
Se sei uomo, lo festeggi?
Se sei di colore, asiatico, caucasico o sudmaericano, lo festeggi?
NO.
Perchè è una tua caratteristica di base.

E ricordiamoci che la donna ha le stesse possibilità dell'uomo.
Tutto sta nella forza di volontà di ognuna di noi, nelle nostre scelte di vita e nei sacrifici che vogliamo affrontare.
I limiti che ci poniamo e che pensiamo di avere sono tutti espressi nell'esistenza di questo maledetto otto marzo.

Anselma Dell'Olio, demoralizzata, dice "Il femminismo ha perso. Detesto l'otto marzo perchè dimostra che gli altri 364 giorni sono appannaggio dei maschi".
La verità è che i giorni dell'anno non devono essere appannaggio di nessuno.
La festa della donna va abolita perchè non c'è nulla da festeggiare, nulla da ricordare.
Gli altri 364 giorni dell'anno vi dimenticate forse magicamente di essere donne?

Essere femmina è parte del nostro dna, è una costante della nostra vita, non una peculiarità da esaltare e rievocare l'otto marzo.
Non inneggiate alla parità dei sessi al mattino, per poi esigere implicitamente che il vostro compagno vi paghi la cena la sera.
Non esaltate la superiorità del sesso femminile un giorno, per poi pretendere che lui lavori, mantenendovi, con la scusa della crisi.
Aggiungerei anche il caso Boldrini, nel suo ridicolo impuntarsi sul genere delle professioni.
Esistono il senatore e la senatrice, il presidente e la presidentessa, l'operaio e l'operaia; e tutte queste parole hanno una forma diversa, ma la stessa importanza e lo stesso contenuto.
Se lei è donna, perchè dovrebbe utilizzare, su di lei stessa, un termine che nella lingua italiana è di genere maschile?
La mia opinione è che, indirettamente, lei così svilisca il termine femminile ed elevi quello maschile, scegliendolo come adatto a descrivere la sua posizione.

Siate e sentitevi donne sempre.
E siate fiere di esserlo, gioiose ed appagate della vostra quotidiana ed intrinseca femminilità.

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