martedì 23 aprile 2013

PENSIERI LIQUIDI





Dice tale Libero Bovio:

"L'acqua divide gli uomini; il vino li unisce"


Queste frasi da poeti maledetti alcolizzati mi urtano un bel pò, perchè mi sembrano proferite più per giustificare un'assuefazione che guidate da un reale senno; un pò un incontro fra uno stile Bukowskiano e frasi fatte del genere "In vino veritas".
Se veramente il vino dicesse la verità allora saremmo tutti delle isteriche amebe in preda ad un meltdown celebrale.
...ma in fondo questa affermazione di Bovio mi pare estremamente rappresentativa delle relazioni umane contemporanee.

Il vino unirebbe gli uomini, secondo Bovio.
Io direi, al contrario, che non c'è niente di più distante di due uomini che si uniscono intorno ad una boccia di vino.
Si beve, ci si ubriaca e si incontra gente, non persone. 
Si sbatte gli uni con gli altri, ma non ci si conosce. Non è un incontro, è un rimbalzare sugli altri.
Mi vengono in mente quelle situazioni in cui, cieca nei fiumi dell'alcol, una persona magicamente si circonda di soggetti vari ed attacca bottoni con tutti. 
Ma con chi sta parlando, quell'ubriaco? Con chi si starebbe unendo?
Con nessuno, in realtà; con il personaggio di un teatrino momentaneo che alla stregua di un attore, come direbbe Proietti, non è falso, ma è vero nella sua finzione, seppur la finzione non sia inscenata, ma vera solo nella mente di chi beve.
Il vino è un luogo dove tutti sono chiunque, e si va oltre il concetto di non-luogo: tutti sono anonimi, ma non c'è neanche il bisogno di documenti identificativi, perchè identificare chi si ha davanti non è rilevante.
Allora, possiamo parlare davvero di unione? E' qualcosa di fittizio, privo di interesse umano.
Eppure ne vedo tante di relazioni umane messe su come davanti ad un bancone di un bar, profonde come un bicchierino di amaro.

E l'acqua, invece, dividerebbe?
Trovo che, al contrario, l'acqua unisca quello che la terra ha diviso.
E' vero, l'acqua si trova in mezzo, tra continenti, tra sponde del fiume, ma l'uomo si è ingegnato per navigarla.
L'acqua è il passaggio, il ponte o la nave sono il mezzo espressione della volontà di unione umana.
C'è VOLONTà di incontro.
L'acqua non divide, bensì incuriosisce e chiede "Vuoi passare? Troverai un modo per farlo?". 
E' l'orizzonte delle anime curiose.
E nella società, fondamentalmente, noi umani siamo tutti singolarmente divisi da muri di acqua, increspati dalle onde, piatti, salmastri, cristallini, ma pochi hanno la voglia e soprattutto la pazienza di navigarli e di scoprire, per arrivare a ciò che c'è oltre.

Gloria

lunedì 22 aprile 2013

SE VI DISPREZZATE FATELO PER CAZZI VOSTRI.


Chi disprezza sè stesso, continua pur sempre ad apprezzarsi come disprezzatore.

E' inutile.
Per me dove c'è Nietzsche c'è casa.
O magari io ho fatto di Nietzsche la mia casa; visto che la bellezza è negli occhi di chi guarda...allora anche la filosofia è nell'interpretazione di chi la legge.

Il bello della filosofia è che trova espressione nella vita di ogni giorno... in teoria va metafisicamente alla ricerca di una verità ultima delle cose quando invece, secondo me, in realtà la sua rappresentazione massima è proprio nelle cose sensibili.
Leggi un libro di filosofia, magari proprio per "amore della sapienza" o semplicemente per ampliare la propria cultura e, conseguentemente, per rendere più ricettivo e flessibile il proprio intelletto, in un utilizzo più razionale dello stesso ma anche in una scoperta ed accettazione del fuoco che inevitabilmente è dentro di noi; leggi un libro di filosofia e ci scorgi te stesso, tra le sue righe. Leggi un libro di filosofia e non fai altro che inciampare in collegamenti con quello che ti succede nella vita quotidiana. 

Qualche giorno fa ponderavo su un paio di soggetti ridicoli che ho incontrato sulla mia strada.
Sono persone che mi fanno irritare, per la loro pochezza; mi faccio trasportare dalla rabbia quando ci entro involontariamente a contatto, ed inveisco, mi agito, mi infuoco, mi inviperisco.
Ma poi, sopra l'offuscamento delle nuvole c'è cielo limpido e terzo, ed il ragionamento logico e chiaro viene a galla semplice e spontaneo.
L'analisi è lineare, si ripete di volta in volta: la pochezza, appunto, e la malignità emergono dalle persone che disprezzano di base perchè partono già svantaggiati disprezzando sè stessi.
E' facile odiare il mondo non amando sè stessi.
Le persone che non fanno che guardare nel buio vengono inglobate dall'oscurità stessa e, santodio, c'è bisogno di consapevolezza di questa situazione.
Se tu, essere umano, sei così tanto attratto da buio da rimanerci in pianta stabile, volontariamente, allora ti piace, e non potrai che divenirvi cittadino.  
Ed è veramente un buio della ragione che, sì, genera mostri, ma è anche generato da mostri.

Non sto qui a dirvi che fate male, perchè tanto per voi la maniera in cui vi comportate è quella lecita.
Ma vi ricordo che la libertà d'azione personale trova il limite nel rispetto della sfera altrui.
Dopodichè, mi prendo io la libertà di definirvi INCIVILI.

Gloria