lunedì 5 novembre 2012

IF THE EARTH WAS A SINGLE STATE, ISTANBUL WOULD BE ITS CAPITAL - N. Bonaparte


« Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea, 
nelle case che si affacciavano sull'altra riva, l'Asia. 
Stare vicino all'acqua, guardando la riva di fronte, l'altro continente, 
mi ricordava sempre il mio posto nel mondo, ed era un bene. 
E poi, un giorno, è stato costruito un ponte che collegava le due rive del Bosforo.
 Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, 
ho capito che era ancora meglio,
ancora più bello di vedere le due rive assieme. 
Ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive. 
Rivolgersi alle due rive senza appartenere »

Orhan Pamuk - Istanbul (2003)



Già dall'inizio di questa estate avevo prenotato, insieme al mio ragazzo, un viaggio di 4 giorni verso Istanbul, per il ponte dei morti.
Io amo ogni singola cosa che viene da Est e, conseguentemente, adoro muovermi verso oriente ed entrare in contatto con tutto ciò che rientra sotto questa "etichetta".
L'oriente è quello estremo del Giappone e della Cina, ma è anche l'oriente meridionale del Sud-Est asiatico e dell'India e quello settentrionale della Mongolia;
L'oriente è anche l'immensità della Russia e l'insieme delle sue ex-ragioni satellite che da poco hanno raggiunto uno status d'indipendenza;
L'oriente è europeo, nella zona dei Balcani, della Lituania, Lettonia, Estonia, Bielorussia e del Mar Nero;
Poi c'è il medio-oriente, quello delle regioni arabe.
E Istanbul?
Istanbul è un oriente occidentale. O un occidente orientale, chi lo sa...dipende dai punti di vista.
E' la città sul Bosforo, la città che sorge sul confine tra il continente europeo e quello asiatico.
E' la terra di mezzo.
E' un vero e proprio meltin'pot, motivo per cui questa città mi ha da sempre affascinato così profondamente.



Purtroppo a volte mi faccio influenzare un pò troppo dalle aspettative che maturo verso un luogo che bramo, perciò, raggiunto fisicamente il mio obiettivo, spesso il primo impatto è negativo.
Ma in fondo sono lenta in tutto: sono lenta nel fare qualsiasi tipo di attività, sono lenta nel capire le cose, sono lenta nel farmi conoscere e nel conoscere gli altri, sono lenta nell'apprezzare le cose, sono lenta nell'amare.
E' raro che qualcosa scoppi in me improvvisamente ed in modo incontrollabile; piuttosto, covo e nutro i sentimenti e le emozioni con cura, dedizione e lentamente, perchè sento inconsciamente che solo così potrà uscirne fuori qualcosa di forte e resistente; qualcosa che sia veramente e perennemente intenso, e non la passione di un momento.
Spero che sorvolerete sulla parentesi poco poetica che segue, ma, in fondo, da noi si dice che "ciò che parte a razzo poi finisce a cazzo".



Conseguentemente, solo dopo 2 giorni nel bel mezzo dell'ex Costantinopoli bizantina sono riuscita a coglierne l'atmosfera. E' nata lentamente, delicatamente, dentro di me quella sensazione di condivisione con la città.
Precisamente, solo sul traghetto sul quale mi trovavo per attraversare il Bosforo, l'ultimo giorno, mi sono resa conto di dov'ero, di quanto era bella Istanbul, così ricca di volti, di esperienze, di suoni, di odori, di luoghi tanto diversi gli uni dagli altri.
Passi da una sponda all'altra della città, dalla sponda europea alla sponda asiatica, e ti sembra di aver viaggiato chilometri e chilometri, secoli e secoli.
Ti trovi circondato da moschee, arte e monumenti, dal caos dei Bazaar, dagli schiamazzi e le urla dei venditori, dall'odore del tè turco, delle spezie e della carne di agnello nella Istanbul antica; prendi il traghetto, arrivi a Galata e Beyoglu, nella parte asiatica, e ti sembra, invece, di essere tornato nell'Europa dalla quale vieni. Le facce sono completamente diverse, i vestiti, la strada, i rumori, l'ordine, gli approcci sono differenti.







E poi c'è la luce del tramonto sul Bosforo, che illumina e valorizza indistintamente ed ugualmente le due parti della città.
Ti trovi lì, nel bel mezzo di due continenti, guardi il calore dei raggi del sole che ormai fa capolino dall'orizzonte, che irradia con la sua luce, contemporaneamente, Europa ed Asia e ti rendi conto che sei in un calderone di culture. Ti rendi conto che nonostante l'apparente diversità interna, Istanbul è un unico insieme.
Ti rendi conto che ognuno di noi dovrebbe sentire sempre dentro di sè lo stesso sentimento che si prova in mezzo alle sponde di quei due continenti, diverse fra loro ma appartenenti ad un tutt'uno chiamato Istanbul, dove la diversità è talmente lampante da essere normalità ... tanto che il termine "diverso" finisce per perdere di significato.



Gloria

7 commenti:

  1. Hai fatto un viaggio bellissimo, in un posto davvero molto ricco di storia e cultura. Dici di essere lenta ad assimilare un viaggio?
    Amen, come diceva Kavafis "tieni sempre a mente Itaca ma fa che il tuo viaggio duri il più a lungo possibile"!

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    1. Ciao Melinda! Sono felice della mia lentezza, in fondo...assimilo le cose con più lentezza, ma in fondo le cose fatte di fretta vengono male, no? :)
      Grazie del commento!

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  2. La normalità è un dato statistico. Il bello è appunto il diverso. Bellissimo viaggio! Un po ti invidio ma lo stress del viaggio mi fa desistere sempre dall'andare in luoghi come questi. Quando ci sarà il teletrasporto allora girerò il mondo. Fai bene a prendere tutto con lentezza, io non ne sono capace e mi perdo un sacco di cose. Avrei voluto vedere una moschea dal vivo, precisamente vorrei vedere la moschea blu...mah! Alla prossima vita. Buona notte Alana e buona vita.

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    1. La parte dello spostamento fisico verso la meta è decisamente la parte più stressante di un viaggio (seppur sia interessante anche quella) però è un fardello che devo e posso sopportare, perchè ciò che vedrò dopo ripagherà dello sforzo...Comunque la Moschea Blu è davvero stupenda, penso che sia il monumento che mi è piaciuto di più.
      Buonanotte a te :)

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  3. ti leggo sempre molto volentieri..."il ponte dei morti" è un assioma molto interessante.... chissà cosa c'è all'altra sponda. un abbraccio.

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    1. C'è l'Ade :) Non c'è più Caronte, hanno chiamato degli ingegneri e hanno messo su un ponte...c'è crisi anche laggiù, hanno licenziato il traghettatore!
      Ciao, un bacio!

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