martedì 22 ottobre 2013

DELLE CODE IN AEROPORTO E DEL MIO PERSONALE PENSIERO E BISOGNO TOTALITARIO

Ogni volta che dopo un viaggio, dopo un qualsiasi tipo di viaggio, torno in Italia, vengo assalita dallo sconforto più puro.
Ed il tutto è come la cistite: il male è lì, è latente dentro di te, ed ogni volta che si ripresenta lo fa sempre con maggiore violenza. Spero che al prossimo spostamento non inizierò anche a perdere sangue dagli occhi.
Ma, come per la cistita, la cura c'è.
Io amo il mio paese.
Ma devo andare via. Me ne rendo conto ogni giorno di più; cresce sempre più forte la certezza che a rimanere qui non potrei far altro che perderci.
Devo darmi una possibilità, devo crearmi un trampolino di lancio e buttarmi.

Vorrei quindi condividere un attimino con voi la rappresentativa immagine de
"LA FILA DEGLI ITALIANI ALL'IMBARCO"

Tu arrivi in aeroporto in orario (forse anche un pò in anticipo, sapendo come, a volte, il destino possa coglierti all'improvviso...ma soprattutto conoscendo la disorganizzazione di questo paese) e, nel momento in cui ti indicano il gate dal quale ti devi imbarcare, ti avvii verso la fila.
LA FILA.
Questo misterioso concetto così troppo lineare ed ordinario per la mente italiana.
Un'utopia, un'arcana visione mistica.
Un impegno impossibile.

Una immagine rappresentativa della differenza tra noi (a destra) ed il resto del mondo (a sinistra)

La fila italiana ha misteriosamente una forma a semi-imbuto.
Nessuno sa spiegarsi il perchè visto che, internazionalmente, il possibile buon senso comune vuole che mettersi in fila significhi METTERSI L'UNO DIETRO L'ALTRO.
Forse, abituati come siamo alle inculature, abbiamo timore dell'effetto trenino?
La fila italiana convoglia in un punto stretto per poi allargarsi ai lati...con conseguente effetto scontro sui lati stessi.
Cosa vuol dire ciò?
Molto semplice.
L'italiano fa la fila per perpendicolare, forse ispirato dalla figura dell'Alfiere degli scacchi. Perciò il primato di chi è arrivato prima viene messo in discussione dalla persona che, per abitudine e/o per noia e/o (e probabilmente, più similarmente) essendo una immensa testa di cazzo, non si mette dietro di te, ma a fianco a te, pochissimo più indietro, per instillarti il dubbio, per insinuare il nervoso, come la presenza del piccione che sta quasi per cagarti in testa.
Per metterti l'ansia.
E più la fila/imbuto aumenta più, conseguentemente, crescono il delirio ed il nervosismo.
Cresce l'effetto di rimbalzo del "Eh, ma se lo ha fatto lui allora lo faccio anche io".

Massima espressione dell'italiano in fila è, poi, l'italiano in ritardo e la famigliola di merda italiana in ritardo.
Un classico, un sempre verde, una certezza più assoluta.
Entrambe vanno oltre l'effetto imbuto.
Perchè se il concetto di fila era troppo difficile da comprendere, quello di imbuto invece è troppo scontato, troppo mainstream.
Perciò entrambi mostrano una certa baldanza, sfrontatezza, ma soprattutto di essere portatori sani di italianità acuta.
Per i comuni mortali, sto cercando di esprimere con un eufemismo la faccia da buco di culo che così prepotentemente contraddistingue tali esemplari.
Ergo, l'italiano in ritardo supererà gran parte della "fila" e si metterà a metà, al fianco di essa, attendendo un processo di inglobamento per osmosi da parte della stessa. La famigliola italiana di merda farà lo stesso ma non passivamente, bensì puntando con sicurezza sull'effetto caritatevole, proferendo frasi del tipo "C'ho i bambini, scusate, non è che posso evitare di fare tutta questa fila?"

CAZZONI.
CAZZONI OVUNQUE.
Vi organizzavate prima, porca eva, vi svegliatave prima e se i bambini si lamentano davvero, allora li riempite di valeriana.


C'è un reale perchè? No.
E' così e basta, è un fattore culturale che io non mi so spiegare.
Ed in tutto ciò, come tutto in Italia, questo avviene perchè viene permesso.
Appena qualcuno ti passa davanti, tutti si lamentano.
Tutti sbuffano, brontolano.
Ma nessuno, cazzo, nessuno che dice "No, non ti ci metti a metà della fila, perchè io sono qua in fila da mezz'ora e tu dovrai fare lo stesso, perchè io e te siamo uguali".
NESSUNO.

L'unica cogliona che lo fa, ovviamente, sono io.
Ma perchè devo incazzarmi, mi chiedo poi?
Per vedermi il coglione/la cogliona a cui ho risposto in questa maniera che mi sbuffa perchè non gli ho permesso di inserirsi nell'imbuto nella maniera da lui/lei desiderata.

Il mio livello di disperazione è il seguente:


QUESTA E' L'ITALIA.
Una massa di pecore che neanche sa fare una cosa semplice come mettersi in fila e rispettare chi è arrivato prima, che passivamente accetta che delle facce da culo scavalchino (senza neanche nasconderlo troppo) il resto dei presenti.

La mia domanda, allora, è:
voglio davvero rimanere in un paese dove la gente non è neanche capace di mettersi in fila?

E, da qui, sono scaturite spontanee tutta una serie di considerazioni sul perchè non voglio votare, sul perchè dovrei vivere in una paese nel quale queste stesse persone, che purtroppo rappresentano la stragrande maggioranza, votano. Sul perchè dovrei essere in balia di persone che non sono pronte alla democrazia.

Io vorrei vivere in un paese possibilmente democratico, ma ciò non è possibile qui.
E perdonerete i miei pensieri probabilmente totalitari, ma la democrazia per me vuol dire che lo Stato aiuti e ponga le condizioni per garantire ad ogni singolo cittadino la crescita personale ed il raggiungimento della dignità umana e dei propri obiettivi, laddove ognuno sia responsabile di ciò che ha deciso di volere, di fare e di raggiungere; ciò senza intaccare gli obiettivi altrui ma, bensì, rispettando gli altri.
E questo è possibile in un paese CIVILE.
Non in Italia.
Non in questo mare di scorrettezza ed inciviltà.
Non in un'Italia dove per andare avanti devi abbassare la tua dignità.
Non in un'Italia dove "Tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri".
Non in un'Italia dove si lascia correre il non rispetto della Costituzione, dove i politici che si mettono in imbarazzo (e, di più, CI mettono in imbarazzano) non si dimettono e vengono anche giustificati e difesi.
Non in un'Italia dove si parla di democrazia facendola passare demagogicamente come un possibile accesso di tutti alla vita politica....e guardate, allora, chi ha accesso alla politica oggi.
Io dovrei stare in un paese in cui sono governato da chi non ho votato?
Dovrei rimanere in un paese in cui, alle elezioni, un partito come, ad esempio, Forza Italia può vincere perchè fa parte di una coalizione fatta di tanti altri partitelli tra cui (ribadisco, NELLO STESSO GRUPPO) troviamo Lega Nord e Grande Sud? Senza che nessuno si chieda niente? Senza che tutti si alzino per fermare il ridicolo?
Io scusatemi, sarò esagerata, ma non la voglio l'isonomia in questo paese. Non voglio che tutti concorrano ugualmente alla vita politica dell'Italia, perchè non posso essere in balia di tutto ciò.
Non posso rimanere, perchè non posso essere in balia di chi non sa fare la fila all'aeroporto.

Gloria

9 commenti:

  1. Post grandioso, e tutto parte dalla fila. Guarda, la penso come te, e più in generale ogni tanto penso al concetto di democrazia, e mi domando se sia giusto che sia la maggioranza a decidere l'andazzo, pur sapendo che la maggioranza non è all'altezza.. Vabè, forse è un discorso un pochino diverso dal tuo...
    Cooomunque, altra importante riflessione, mi basta leggere di sta fila al gate per farmi venire l'ansia... Perché cazzo devo avere paura di un fottuto aereo!?!? Aiutatemiii

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    1. Innanzitutto parto subito dicendo che anche io ho il terrore di volare!!! :D Ormai viaggio da anni, ho preso un sacco di voli, ma ogni volta è un trauma! Hai tutta la mia solidarietà :)
      Comunque il tuo discorso non è diverso dal mio! La democrazia è un concetto manchevole in partenza, perchè il potere del popolo e, cioè, di tutti, alla fine è il potere di nessuno...perciò c'è la sua forma rappresentativa che per me, per lo meno in Italia, altro non è che oligarchia. Insomma, di nuovo: l'Italia non è il paese adatto per la democrazia.

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  2. Cara Gloria non siamo abituati ad esser normali siamo sempre stati un paese di arroganti e briganti, tutto il resto è solo Caos.
    Maurizio

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    1. Per questo qui l'ordine e la civiltà sono improbabili, se non con un lentissimo cambiamento culturale.
      Grazie del commento!

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  3. Meno male che vado poco in aereo, mi stava venero l'incazzatura...
    Se se ne vanno tutti quelli che sono (o che pensano d'essere) "civili" , chi rimane ? I coglioni come me che non vanno da nessuna parte ?

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