martedì 14 maggio 2013

IL VIAGGIATORE E' REDUCE





Scrive Alfredh Schutz in uno dei suoi saggi di psicologia sociale:

Da principio non è soltato la patria a mostrare al reduce un volto insolito.Il reduce appare altrettanto estraneo a coloro che lo attendono, e la nebbia intorno a lui lo farà irriconoscibile.
In parole povere, Schutz analizza la condizione di coloro che si sono trovati lontani da casa per un periodo più o meno lungo di tempo, prendendo particolarmente in considerazione il caso dei militari che tornano in patria dopo la guerra e relazionando la loro situazione a qualsiasi altra esperienza di lontananza e di ritorno come, ad esempio, quella dei viaggiatori.
In ogni caso, Schutz definisce questo gruppo di soggetti REDUCI.
Reduci...reduci perchè sopravvissuti alla lontananza?
Reduci di guerra, sicuramente...ma cosa dire di chi si allontana da casa per amore del nuovo e del diverso?
Torni a casa reduce della distanza e della tua curiosità?
Sappiamo che le parole sono flessibili, contenitori vuoti che possiamo riempire di innumerevoli significati.
Allora va bene, parliamo di reduci anche nel caso del mondo dei viaggiatori.
Chi ama partire, chi è disposto a stare a lungo lontano dalle proprie radici e dai propri affetti, chi ha la volontà di fare le valigie e stazionare in una nuova realtà potrà capire ciò che dico.
Chi mi conosce sa che ho vissuto 7 mesi in Giappone, lontana dal mondo che conoscevo non solo in termini di relazioni umane, ma anche considerando il metro socio-culturale che l'Italia, la mia regione e la mia città mi hanno instillato dentro, espresso dal mio modo di comportarmi, di mangiare, di vivere la quotidianità, di relazionarmi agli altri; ma dopo un pò di tempo in un'altra cultura, in un altro paese, superato lo shock culturale, ti renderai conto di essere come del ferro in fusione, bollente, scaldato e malleato dagli eventi, dalle nuove abitudini, dai famosi usi e costumi, dalla cultura del luogo in cui ti sei posizionato.
Sono partita che ero una pesante spada medievale italiana, sono tornata che ero una katana...ripartita troppo presto dal Paese del Sol Levante, ancora in definizione, non minuziosamente curata, levigata e decorata come una vera spada giapponese, ma pur sempre un bozzo di katana.
Sono tornata reduce della cultura giapponese.
In fondo ogni esperienza della nostra vita di rende nuovi, nulla è qualcosa in sè, di definito ed assoluto; il viaggio, comunque, porta maggiormente alla nostra attenzione il diverso, mettendo ancora più in evidenza le difficoltà di gestionedel nuovo e, dunque, le nostre capacità di arricchimento.
Quando torni da un luogo nel quale hai avuto modo di saggiarne a lungo la cultura, sei reduce nel senso che una parte di te è accantonata...non è del tutto sopravvissuta.
Una parte di te in realtà è solo bruciata in un nuovo fuoco, è divenuta un ammasso di cenere che comunque darà vita a qualcosa di nuovo, maggiormente rifinito.
Viaggiare è un percorso di maturazione durante il quale, ai tuoi occhi, si palesano i tuoi limiti, i tuoi difetti, gli spigoli del tuo carattere e della tua personalità sui quali puoi lavorare.
Avrai difficoltà a riconoscere il tuo mondo di partenza, avrai difficoltà a muoverti al suo interno, ed i tuoi cari non potranno che fare qualche sforzo in più per comprendere i tuoi comportamenti e le tue parole.

Tornata dal Giappone mi inchinavo, mi scusavo ovunque e con chiunque anche per avergli sfiorato inavvertitamente la mano; speranzosa, andavo alla fermata del autobus pesando che arrivasse puntuale; pazientemente facevo la fila immaginandola ingenuamente come una linea retta, non come un coinvoglio disordinato a forma di imbuto; terminavo la frase con un NE rafforzativo ed invece di dire SI proferivo un criptico e silenzioso UHN.
Dopo un pò, le abitudini di superficie si smussano, ma il tuo processo di maturazione in qualcosa di nuovo è avvenuto, e rimarrà forte e vivo dentro il tuo nuovo IO.


lunedì 6 maggio 2013

NELLA MENTE DI UNA NEOPATENTATA





* ATTENZIONE: Stream of consciousness della sottoscritta nell'infelice momento della guida.
ENJOY*


Ok, sono seduta, la posizione del sedile va bene, il cambio è a folle, il freno a mano è tirato....ma cosa controllo a fare il freno a mano, se non era tirato già mi ritrovavo iò pè lu iiemet spalmata contro il brecciolino. Boh, cos'altro devo controllare non me lo ricordo....vabè, sto cazzo, proviamo un pò ad accendere questo aggeggio del demonio nella speranza che non salti per aria tipo macchine che scoppiano nei film americani.
....
Ok, s'è accesa....sono viva, sono integra, Aaaah, aspetta un pò. LA CINTURA DI SICUREZZA.
No aspetta cosa sto facendo, non ce la faccio a mettere la cintura di sicurezza e a partire in retro...cosa stavo facendo?? E VAFFANCULO MACCHINA DI MERDA, Mò MI TI SPEGNI PURE??
Vabè d'accapo,e vaffanculo di nuovo --> cintura ok, tentativo tipo roulette russa di sopravvivere all'accensione della macchina ok, metti in retrò il cambio ok...parto. Avrò acceso le luci...? Mah.
Vabè ma pure io sono cogliona, guarda dove cavolo mi sono infilata per parcheggiare, tipo la rua più stretta del Regno dei Borboni.
Emmò dove guardo? E poi si, dai, la macchina continua a camminare ed io manco so se arriva qualcuno dalla corsia opposta, ora muoio qui, stroncata perchè non so uscire in retromarcia.
...ma sono uscita? Cos'è questo rumore di sterpaglie?
...
Oh. Ok. Bene sono in un cespuglio di rovi.
E in tutto questo neanche una radio a colmare simpaticamente le mie lacune da autista.
Vabè canto io, FIUMI DI PAROLEEEEEEE, TI DARò IL MIO CUORE (????) SE VUOIII PRIMA O POOOOIIIIII (????)...E POI SARà COME MORIREEEE

No scusate! SCUSATE!!! Ma il vecchio che si lancia in mezzo alla strada?? No, vabè, lanciati eh! Passa pure tranquillo se vuoi! Imponiti anarchicamente sulla strada, vecchio di merda, maledetti 90enni, vi dovrebbero levare la patente a tutti.
AH E GUARDI PURE MALE? *strombazzo il clacson*
*(urlo dal finestrino abbassato) MA VAFFANCULO CRETINO! (lui impreca qualcosa in dialetto aramaico ed io gesticolo urlandogli) EH SCI SCI, PASS! E CH'è LU MIè LU BOSCK!*
E vai pure a 20 km orari??!!! No vabè, ok, ora mi prendo la targa per riconoscerti e poi ti compro la ferrari della Peg Perego.
...
ma io ho ancora benzina?....cos'è questa luce rossa?...e sto coso che lampeggia?Troppi stimoli, non ce la posso fare, facciamo finta che sia tutto normale. VA TUTTO BENE.
E comunque in tutto questo io a che marcia sto?...terza?...quarta?
IL CAMBIO, LA FRIZIONE ED IL PIACERE DELLA GUIDA, dice mia madre.
LU CAZZ, un cambio automatico no?
Fermati, FERMATI, NON ABBASSARE LO SGUARDO PER VEDERE A CHE MARCIA SEI, IDIOTA, GUARDA LA STRADA.
CHE AUTISTA DI MERDA CHE SONO.
TASTA IL CAMBIO, no????
Ok, sono in quarta...no, non può essere. (abbasso lo sguardo)
(lo rialzo) E QUESTO CON LA BICICLETTA DA DOVE MINCHIA ESCE FUORI.
Ma mi puoi sbucare così dal nulla, cosa cazzo sei?? Un poltergeist???
...
oh, ti levi?
MA TI LEVI???? Ehnnovabbè, ti fermi pure a parlà col maledetto pedone.
C'hai una cazzo di pista ciclabile, vai sulla pista ciclabile.
Ah no, sulla pista ciclabile non ci puoi andare perchè ci camminano le mamme con i passeggini e i sociopatici che non vogliono camminare sul marciapiede.
IO MUORO.



Ok, oh. La strada di casa. Strade di campagne.
....
ma ... OOOOOH MA COSA E'!!!
Ma tu sei normale, mi chiedo, badante che porti a passeggio la vecchia sulla carrozzella in mezzo alla strada?? E' la quinta volta che rischi di farmi infossare nella collina, lo facciamo uno strike la prossima volta?!
E queste mò?? Ma se volete fare walking fatelo sul bordo della strada, cosa cazzo è questo muro umano di donne in menopausa in delirio da prova costume?? No ma facciamola un'occupazion della strada!!
E c'avete 60 anni, fatevene una ragione, che prova costume volete fà?? Quella di carnevale?!Avoja a camminà!
Oddio ma basta! NO BASTA VI PREGO, LO SLALOM, mi volete morta.
E se non muoio per incidente muoio per crisi di nervi.
La badante con la carrozzina che si confondono per le sterpaglie, le vecchie di merda che fanno fast and furious per Vallesenzana, questi che fanno jogging e mi sbucano fuori dopo le curve, le buche sulla strada che a momenti manco la fossa delle Marianne, i gatti che aspettano che gli sto a due metri per lanciarmici allegramente sotto le ruote, i tassi, gli scoiattoli, le lontre, i licaoni, gli emu, i koala, i dromedari i lama, il dalai lama e tutte la altre bestie di Satana, DOVETE MORIRE TUTTI.

VABè BASTA, VI ODIO TUTTI.

--> L'odio si relativizza quando arrivo sotto casa e trovo il mio cane che scodonzola dal balcone perchè è felice di vedermi.

Gloria

venerdì 3 maggio 2013

L'ENTUSIASMO PER LE PICCOLE SENSAZIONI




"Quanto più ricco l'uomo si sente interiormente, 
quanto più polifonico è il suo soggetto, tanto più potente agisce su di lui la simmetria della natura; 
noi tutti riconosciamo con Goethe nella natura il grande mezzo di acquietamento dell'animo moderno, ascoltiamo il battere del pendolo del più grande orologio con nostalgia di tranquillità, 
di familiarità e di silenzio, come se di questa simmetria potessimo intriderci 
e, solo grazie ad essa, giungere al godimento di noi stessi"

Dopo una settimana di festeggiamenti di laurea, allori leopardati, porchette post discussione, dottore dottore nel buco del cul e sbronze liberatorie, sono tornata alla vita normale, seppur senza un ingombrantissimo peso in meno.
Il macigno psicologico che avvertivo prepotente sulle mie spalle e sulla mia psiche si è finalmente disintegrato.Provo dentro, ora una gioia di vivere che avvertivo lontanamente e solo latente giusto nei primissimi giorni dopo un esame....sensazione relativizzata dalla consapevolezza di altri esami, della tesi, della maledetta burocrazia universitaria.
Ma ora c'è davanti a me un vuoto. Quindi, di fronte a me c'è tutto.
E la prima cosa di cui ho voluto riempire la mia esistenza successiva alla fine degli studi universitari è stato il contatto con l'ambiente circostante.
In concomitanza con la fortuna di essermi laureata all'affacciarsi della primavera, le belle giornate rappresentano il mio spunto in più per uscire e concentrare la mia attenzione su piccoli dettagli che prima avevano per me il peso di un'abitudine poco evidente mentre, ora, rappresentano una somma di piccole sensazioni su cui avverto il bisogno spontaneo di focalizzarmi.
Adesso non ho un obiettivo precisamente definito, perchè l'unica cosa su cui voglio lavorare è la ricostruzione di un mio stato di liberazione mentale che rappresenti le fondamenta per l'avvio del mio futuro.
E, appunto, sto cercando di raggiungere meglio me stessa immergendomi nel mondo che mi circonda.

Le piccole cose, le piccole sensazioni si manifestano davanti a me e su di me sotto una nuova luce, data una mia ritrovata sensibilità che avevo nascosto in qualche anfratto nascosto del mio Io, sopraffatta dal peso dello studio.
La pioggerellina primaverile che si appoggia su di te mentre vai in bicicletta.
Pedalare sulla bicicletta, sentire qualcosa che si muove sotto di te, grazie alla tua forza e, contemporaneamente, avvertire la velocità grazie all'aria che ti sfiora il viso.
La riscoperta bellezza del leggere un libro in un piccolo parco giochi di quartiere, all'aria aperta, durante le ore meno movimentate della giornata, godendo della luce sulle pagine del libro e del calore del sole sulla pelle.
L'odore dell'erba tagliata e la carezza dell'erba sulla pelle, quando ti ci siedi sopra.
L'intimità fugace del momento in cui sei in acqua, ti immergi completamente e tutti i suoni si attoffano, quasi spariscono e, allora, sei solo tu, galleggiando tra i tuoi pensieri.
Lo spettacolo della quotidianità osservata comodamente da un bar, davanti ad un caffè, in un via vai di mamme con passeggini, uomini e donne in carriera, ragazzini che non sono andati a scuola, bambini che rincorrono i piccioni e che si stupiscono di ogni cosa.


...ecco, sono tornata bambina e mi sono data di nuovo la possibilità di stupirmi di ciò che mi circonda.

Gloria